Musica di Astor Piazzolla.
Floraleda Sacchi (arpa), Maristella Patuzzi (violino)
Tutti gli arrangiamenti di Floraleda Sacchi.
Tracklist:
- Libertango
- Milonga del ángel
- Muerte del ángel
- Resurrección del ángel
- Escualo
- Ave Maria
- Verano porteño
- Otono porteño
- Inverno porteño
- Primavera porteña
- Tanguango
- Fugata-Adiós Noniño Fantasia
- Oblivion
- Bordel 1900
- Café 1930
- Nightclub 1960
- Concert 1990
73′
© 2015 DECCA 481 1489
“Sul ritmo scuro di una danza, piena di sogno e sapienza, l’illusione di capire con l’arte il vivere e il morire.” (Blue Tangos, Paolo Conte)
Il tango argentino è danza, musica, canzone e cultura. La sua origine meticcia unisce la malinconia di emigranti che hanno abbandonato il proprio paese, ma anche le loro speranze per un futuro migliore. Da ballo tra soli uomini, a danza sensuale nei bordelli, dalla Milonga (che sublima l’eroe di strada, il Gaucho e il Compadre) al Tango-Canción (che in modo esageratamente sentimentale canta ciò che si è perso e l’amore traditore), dal Tango-Vals (più sofisticato) al Tango strumentale (con le sue ulteriori influenze jazz e colte), il Tango è per molti un pensiero, un universo, un modo di vivere, ma anche un simbolo dell’essere argentino e uruguaiano, del riconoscersi come tale, colonna sonora che contribuisce a creare la mitologia di paesi e città.
“Se sei triste, il Tango accarezza dolcemente la tua malinconia, se sei allegro è la colonna sonora giusta per proiettare sugli altri la tua gioia. Il Tango sei tu. Sono i tuoi sentimenti, gli stati d’animo, le tue gioie o le tue tristezze a definirne il colore e il significato. Un brano dalle cadenze ampie e dal ritmo particolarmente lento può sembrare a te nostalgico e invece a un tuo amico intrigante e ricco di sensualità. Quale delle due impressioni è la più vera? Tutte e due, perché il Tango è fatto così. Entra nel cuore passando dal canale aperto in quel momento e ne assume la natura. […] Io ho fatto una rivoluzione nel tango, ho cambiato vecchi schemi. Non ho ucciso il tango, gli ho solo fatto una chirurgia estetica e se la mia musica è più elaborata e il suo ascolto difficile è solo perché mi sono rotto l’anima studiando! […] Di me infatti hanno scritto che sono famoso, ma non popolare.” (Astor Piazzolla)
Molti sostengono che il tango sia marcatamente sensuale. Piazzolla sosteneva il contrario, ma ossessivi sono il ritmo, l’insistenza di accordi aperti, la sinuosità dei cromatismi che tornano continuamente nella sua musica e l’ossessione si può spesso confondere con la passione sessuale. È complicato avventurarsi, perché il tango è vasto e la figura di Piazzolla, che vi si inserisce in modo controverso e originale, è allo stesso modo complessa e in bilico tra generi diversi. D’altra parte, coloro che vengono da una preparazione classica, trovano più familiare la sua musica che non attinge solo dalla tradizione, ma anche dagli insegnamenti di Ginastera e Nadia Boulanger, e dal continuo ricordo di JS Bach, Stravinsky e Bartok. E’ anche vero però che per questo disco non esistevano partiture definite dei brani, ma bisognava lavorare con le proprie orecchie e il proprio gusto per fare si che i brani fossero Piazzolla, ma anche nostri e soprattutto pertinenti ai nostri strumenti.
Caratteristica fondamentale del Tango ballato è l’improvvisazione. Nel Tango non si ripete mai una coreografia (solo i principianti lo fanno) e una volta appresi dei passi i ballerini si lasciano andare senza sapere che cosa succederà: questo li pone in uno stato di allerta e ascolto aperto ad ogni possibilità. Troviamo questo aspetto assolutamente evidente anche in Piazzolla che ci ha lasciato versioni diversissime dei suoi pezzi che pure restano sempre riconoscibili.
Piazzolla non ha solo inserito complessità o influenze colte o il jazz nel Tango, ma anche moltissima sperimentazione alla ricerca di nuovi colori. “Mi sentivo un intellettuale e credo anche di essere stato un po’ snob. […] Io ci parlo con il bandoneon a volte credo di fargli male: è perché suono con violenza quando voglio che canti e gridi” (Astor Piazzolla). Ci siamo dunque convinte che il processo di adattamento dovesse essere libero e creativo: per il violino esisteva un’immagine sonora già abbastanza delineata da cui partire, ma per l’arpa non ne esisteva una nel modo più assoluto, come fare a farla piangere e gridare? Abbiamo ascoltato varie registrazioni spesso caratterizzate da violini suonati con sporcature e carichi di vibrato e ci siamo dette senza possibilità di trattativa “vogliamo suonarlo il più pulito possibile”. Mi sono lanciata in tutto l’impianto delle trascrizioni, la suddivisione dei temi e l’arrangiamento per arpa senza lesinare in effetti che diventassero caratteristiche musicali ricorrenti. Nel tentativo di traslare il metodo usato da Piazzolla nel processo creativo ho oscillato da timbri delicati per arrivare fino alla violenza. “Sono cresciuto in un ambiente di violenza e forse per questo sono diventato rissoso: caratteristica che ha segnato anche la mia musica” (Astor Piazzolla). Credo di aver creato una versione personale di questa musica e ci è molto piaciuto trovare un nostro accordo in duo, come due ballerini che si danno spunti l’un l’altro. Da tutto questo il titolo “Intimamente Tango”: per la natura della musica che punta dritto al sentimento e perché in qualche modo questo disco ci appartiene un po’ più intimamente del solito. (Floraleda Sacchi)
RECENSIONI
Incidere Piazzolla oggi è una sfida e un rischio. Tutti credono di conoscerlo. Floraleda e Maristella propongono un Piazzolla intimo e malinconico, dove il virtuosismo si trasforma in sentimento e anima. Lontano dai luoghi comuni che hanno accompagnato il tango, questo album ridà il piacere di ascoltare e riascoltare brani splendidi, sottolineati da un’interpretazione intensa.
Grazia Lissi, IlSole24Ore
Un duo che esegue capolavori del tango argentino, dimostrando una sorprendente creatività nel rivestire la musica popolare di eleganza classica.
Renzo Allegri, Chi
Un’arpa, un violino e il tango si fa magico: Funziona a meraviglia l’alchimia tra l’arpista Floraleda Sacchi e la violinista maristella Patuzzi. Le due artiste offrono una rilettura molto personale, intima, come suggerisce il titolo, di alcuni tanghi di Astor Piazzola. Da brividi Milonga del Angel.
Famiglia Cristiana
Virtuosisticamente, ma senza essere accigliati, anzi con giocosità e garbo che rendono anche i passaggi nostalgici un’ombra passeggera seppur carica di poesia. Senza ammiccamenti grossolanamente popolareggianti, semmai con orgoglio spirituale, individuale e rispetto per l’autore. […] Intimamente Tango, alla lettera.
Angelo Foletto, Suonare, agosto 2015
Magico il tocco delle due interpreti […] accurate le trascrizioni per violino e arpa delle due musiciste. […] L’interpretazione del duo Maristella Patuzzi – Floraleda Sacchi è ineccepibile, ricca di carica e intensità emotiva.
A. Cima, Il Settimanale
L’originale timbrica mette in risalto l’affascinante poetica musicale del grande argentino e non mancano ovviamente tutti i suoi brani più famosi. […] L’arpa da un tocco di raffinatezza in più a un’operazione già di per se affascinante
L. Fertonani per BresicaOggi
Tango per violino e arpa: la musica classica incontra il jazz e l’improvvisazione. Floraleda Sacchi e Maristella Patuzzi, tentano, riuscendoci, un viaggio musicale che sposa rigore e sperimentazione.
F. Greco, Agi.it
Un tango capace di accendersi in chiave elettrica, rendendosi in questo modo fruibile da una platea ancor più vasta, con modernità e malinconia che lottano ad armi pari, dando vita ad un’operazione tanto ardita quanto ben realizzata.
Gianmarco Regaldi, AllMusic
L’arpista Floraleda Sacchi e la violinista Maristella Patuzzi hanno preso Astor Piazzolla è lo hanno riletto. Ne è uscito un disco, avvincente, moderno, fresco…
Fabrizio Basso, Sky.it Mag
★★★★★ Cosa succede se al Tango di Piazzolla togliamo il bandoneon ? E se lo sostituiamo con uno Stradivari e con un’arpa classica ? Tutto e niente. Prendiamo il brano famosissimo che apre il Cd, Libertango: di primo acchito la mancanza dello trumento tradizionale, un po’ folklorico, un po’ plebeo, può apparirci come una specie di voragine che però scompare in pochi istanti, colmata dal fraseggio di un violino famoso, risalente al 1687, e di un’arpa. A questo punto c’è solo l’armonia melanconica, modulata tra luci e ombre, con cadenze diverse, ma in fondo unitarie, che è il denominatore comune di tutta la musica di Piazzolla alla quale è giusto abbandonarsi, perché è l’unico modo per fruirla, per capirla, per amarla. E allora, con questo “scambio” non succede proprio nulla: la musica resta lì, col suo messaggio, come è sempre successo (e il vecchio Bach ne è il testimone). Coraggio, accendiamo il lettore CD e ascoltiamo per l’ennesima volta “Oblivion”: le due talentuose interpreti ci faranno rivivere, preservandola proprio dall’oblio, l’arte di uno dei più grandi musicisti del XX secolo.
Angelo Formenti, CD Classico
Questo disco ribadisce la necessità di letture che suonino diverse da quanto già ascoltato, nel tentativo di svelare le molteplici verità racchiuse in ogni opera d’arte.
Tommaselli, Amadeus
Cette belle complicité, installée entre les deux musiciennes, s’est poursuivie dans la «Suite del ángel (Milonga, Muerte, Resurrectión)», «Fugata-Adios Nonino» (pour violon ), «Oblivion» (pour harpe) du grand compositeur argentin Astor Piazzolla (1921-1992), des compositions très riches, à travers lesquelles les solistes ont pu exprimer pleinement leur sensibilité, peignant de superbes palettes de couleurs abstraites et évanescentes.
On a eu droit, également, au «Libertango» qui conclut de manière festive leur récital avec des airs de tango, emportés, enflamés, touchants et attachants originalement interprétés sur harpe.
Le ravissement et l’adhésion du public n’étaient que justice. On en redemande.
Nedim, La Presse
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