Un nuovo concerto per arpa interpretato e presentato per la prima volta al pubblico da Floraleda Sacchi.
Musica di Manuel de Sica
Kojiki per arpa e archi
I. Prelude 4’38
II. Epitaph 7’08
III. Dance 2’25
14’18”
Floraleda Sacchi (arpa)
Flavio Scogna (direttore)
Filarmonica Arturo Toscanini
© Brilliant Classics, 94905
La musica di Manuel de Sica è difficile da definire ed è in questo che trova anche la sua forza: attraversa senza soluzione di continuità i confini tra musica “colta ” e “leggera”, si lega ad eventi tragici (In memoriam per le vittime del terremoto in Abruzzo ed Emilia ) o illumina giocosamente i film. La diversità delle fonti di ispirazione di De Sica sottolinea il suo stile eclettico e non convenzionale.
Qui abbiamo la possibilità di esplorare l’opera di questo compositore italiano contemporaneo, noto ai più per i suoi contributi al mondo del cinema come per esempio Il giardino dei Finzi Contini, ultima traccia sul disco, che ha vinto una nomination all’Oscar per la migliore colonna sonora originale. Gran parte dell’opera di De Sica ruota intorno a tematiche di dolore e sofferenza, in cui la musica è investita del potere di contribuire ad alleviare l’indifferenza che circonda tanto dolore umano – come in pezzi come Kojiki. I titolo del brano si traduce ‘storie dai tempi antichi’ e consiste in un breve poema sinfonico ispirato al bombardamento di Pearl Harbour nel 1941. La storia narrata riguarda l’infanzia, l’adolescenza e l’amore, la sofferenza della guerra che si chiude nella morte piena di interrogativi di un pilota kamikaze che avrebbe preso parte ai bombardamenti. La danza finale descrive il suo ascendere al mondo ultraterreno dei suoi antenati.
Ad eseguire questa musica è la Filarmonica Arturo Toscanini, una delle più importanti orchestre sinfoniche italiane, che fornisce lo sfondo per una fantasia strumentale meravigliosamente vivace in cui l’arpa, il violino, la viola e il pianoforte – qui sapientemente eseguiti rispettivamente da Floraleda Sacchi, Maristella Patuzzi, Anna Serova e Michelangelo Carbonara – diventano i solisti in un affascinante e ampio tessuto musicale, diretti da Flavio Emilio Scogna.