Un felice incontro fra due talentuose artiste per un fortunato album “Intimamente Tango” (Decca). Un’immersione nella musica di Astor Piazzolla, viaggiando fra i suoi luoghi e le sue passioni. Sulla musica del compositore argentino, purtroppo, si è innescata la peggior canzonetta degli ultimi vent’anni.
Incidere Piazzolla oggi è una sfida e un rischio. Tutti credono di conoscerlo. Floraleda e Maristella propongono un Piazzolla intimo e malinconico, dove il virtuosismo si trasforma in sentimento e anima.
Lontano dai luoghi comuni che hanno accompagnato il tango, questo album ridà il piacere di ascoltare e riascoltare brani splendidi, sottolineati da un’interpretazione intensa.
L’artista di Buenos Aires ha lasciato svariati arrangiamenti per suoi brani, a cui il duo fa riferimento, ma se per il violino esisteva già una musica tratteggiata, per l’arpa Floraleda ha dovuto creare qualcosa di completamente nuovo. Gli effetti sonori diventano caratteristiche musicali ripetute e riconoscibili. Il tango era la musica degli emigrati, dell’abbandono e dell’esilio, per questo la loro rilettura oggi appare così attuale.
La versatile e premiatissima arpista – suona uno strumento Erard datato 1816 e due moderne arpe “Stile 30” della liuteria Lyon & Healy – è al suo sesto album con la casa discografica Universal, mentre la violinista, un passato da bambina prodigio, suona uno Stradivari ex Bello Marie Law del 1687, prestato da un collezionista privato.
Il tango è stato considerato per quasi un secolo musica dei sensi ma Piazzola ha sostenuto il contrario. «Ossessivi sono il ritmo, l’insistenza di accordi aperti, la sinuosità dei cromatismi che tornano continuamente nella sua musica e l’ossessione si può spesso confondere con la passione sessuale».
Fra i brani, tutti di strepitosa interpretazione, Libertango, nella versione originale scritta da Piazzolla per la radio, dura solo due minuti e trenta secondi, Milonga del àngel (il preferito dalle interpreti), Muerte del àngel, un brano violento «in ricordo dei bassifondi» dove l’autore era cresciuto, Resurrecciòn del àngel. E poi Ave Maria, Oblivion, Bordel 1900, Fugata-Adiòs Nonino Fantasia, Concert 1990. Un album da ascoltare e riascoltare per capire che cosa abbiamo perduto della musica di Astor.
Astor Piazzolla: Intimamente Tango
(Decca)
Grazia Lissi
8 aprile 2015