L’arpa

“Il mio avvicinamento ad uno strumento relativamente insolito come l’arpa è stato quasi casuale, come capita per un innamoramento a prima vista che non ci si può spiegare.

Alcuni elementi lo hanno però favorito: un disco d’arpa che avevo in casa da piccola, un cartone animato, qualche concerto in televisione in cui compariva l’arpa: suggestioni disparate che hanno però fatto sì che alla fatidica domanda dei miei genitori “vorresti suonare uno strumento?” io rispondessi senza esitare “l’arpa!”.

Non ho mai avuto nessun tipo di ripensamento, anche se la scelta di diventare musicista di professione è arrivata più tardi, con il procedere degli studi.

Il mio carattere indipendente ha poi condotto, senza che lo pianificassi, lo svolgersi della mia carriera. Ho infatti provato a suonare in orchestra, ma mi sono subito accorta che quel tipo di lavoro non faceva per me: c’erano troppe attese tra un intervento ed un altro, e soprattutto non potevo accettare che qualcuno mi dicesse cosa dovevo suonare e come suonarlo.

La carriera solistica è stata – a quel punto – quasi una scelta obbligata. Così come obbligata è stata la conseguente necessità di cercare un nuovo repertorio per lo strumento, attraverso la trascrizione, ma anche la creazione originale, la commissione a compositori e lo studio assiduo del passato alla riscoperta di materiale dimenticato… Percorsi diversi che in definitiva mi hanno portato a suonare solo la musica che amo.”

(da “Cose di Musica”, un’intervista con Cristian Carrara per TV2000)